10 gennaio 2007

Il mondo visto da Paolo Attivissimo

Sono anni che seguo, saltuariamente, il materiale prodotto da Paolo Attivissimo. Spessissimo ho risposto alle e-mail inviate da amici e conoscenti linkando al suo sito di AntiBufala, utilissimo e completo. Tempo fa scrissi un articolo segnalando il sito, curato da lui e da altri, che analizza tutte le teorie "del complotto" relative all'11 Settembre, e fui anche felicissimo di ricevere poco tempo dopo una e-mail da una delle persone che collaborano con quel sito, che mi ringraziava per averne parlato sul Blog. Segno di attenzione anche ai minimi dettagli, anche ai blog più insignificanti come questo ;-)
Oggi ho letto l'intervista da lui rilasciata su Pc-Facile e l'ho trovata, come spesso succede quando si tratta di Paolo Attivissimo, chiara, precisa e...illuminante.
Riporto qui alcuni brevi passaggi, secondo me interessanti non solo per i computer-dipendenti tipo il sottoscritto, ma anche e soprattutto per le persone che vogliono capire qualcosa di più dello "spirito" dell'informatica.

Riguardo le case discografiche e cinematografiche:
...l’industria discocinematografica, che si illude ancora di poter controllare ogni cosa che ascoltiamo, guardiamo e leggiamo e ha l'arroganza di credere di averne il diritto. Prima si sveglierà, e prima ricomincerà a guadagnare, invece di sperperare denaro in sistemi anticopia fallimentari (Sony XCP, giusto per non fare nomi) e processi-farsa contro i propri clienti. Questa è la stessa gente che diceva che il videoregistratore avrebbe ucciso il cinema, e sappiamo tutti com'è andata in realtà...
Ditemi voi se non ha ragione al 100%. Ogni volta che discuto con la gente riguardo lo "scaricare" da internet, viene sempre fuori "l'artista" di turno che comincia ad urlare che lui la musica la paga tutta e la compra sempre, che i "programmini per scaricare" andrebbero proibiti e cose simili. E' la filosofia che deve cambiare o, per dirla con paroloni, il modello di business applicato dalle case discografiche e cinematografiche dev'essere diverso. Non ha senso cercare di bloccare l'innovazione, la tecnologia. Bisogna che questi signori si rendano conto che hanno bisogno di cercare altri modi per far soldi, perchè quelli tradizionali sono destinati a diminuire, ad essere sovrastati dalla rete e dai mezzi di condivisione ad essa collegati. Non dico che sia giusto scaricare, questo no. Ma di sicuro la soluzione non è proibire di farlo, la soluzione è cercare di offrire alla gente un motivo per smettere di scaricare. Un valido motivo.

Sui rischi di internet per gli adolescenti. E qui davvero viene fuori un capitolo che dovrebbe venire insegnato a tutti i genitori di oggi. Non taglio nulla della sua risposta, riporto qua il contenuto per intero perchè davvero lo trovo eccezionale:
Ho due gemelle di nove anni, per cui il problema mi si pone con forza, e oltretutto è un tema che mi capita spesso di sentirmi chiedere durante le conferenze. In tutta franchezza: chi pensa che basti insegnare ai ragazzini come funzionano il computer e Internet è un genitore negligente tanto quanto un genitore che insegna al figlio o alla figlia come s'infila un preservativo e pensa così di aver finito l'educazione sessuale. Ai figli occorre anche spiegare come funziona la gente: quali rischi possono incontrare in Rete, dalle molestie alle truffe alle immagini raccapriccianti. Devono sapere che là fuori c'è tanta gente brava, altruista, appassionata, ma anche che fra quella gente c’è, esattamente come nella vita reale, una minoranza pericolosa. Devono sapere che le armi per difendersi non sono tecniche, ma psicologiche: a differenza della vita reale, la chattata col molestatore può essere interrotta facilmente e in modo permanente, standosene al sicuro in casa propria.

Molti genitori si preoccupano anche del rischio pornografia. A costo di essere provocatorio, la pornografia è l'ultimo dei pericoli della Rete: si previene semplicemente con un po' di franchezza, facendo capire che quello che viene mostrato è finzione (sì, anche la pornografia hardcore), esagerazione, fantasia, non una realtà da raggiungere obbligatoriamente. Curve, lunghezze, dimensioni e comportamenti sono volutamente estremizzati per provocare, esattamente come i muscoli di Schwarzenegger non rappresentano la forma fisica normale delle persone. Assodato che è impossibile bloccare la pornografia, è meglio "vaccinare" i figli in modo che siano pronti a gestirla quando (non se, ma quando) se la troveranno di fronte.

Trovo molto più pericolosa la violenza. Violenza che non arriva soltanto dai giochi, ma ben più crudamente da siti che inneggiano all'odio (dalla tifoseria al razzismo all'ideologia) e da telegiornali urlati che mostrano e descrivono quotidianamente i dettagli più raccapriccianti senza ritegno. Questo bombardamento produce desensibilizzazione e rischia di glorificare la violenza molto più di qualsiasi videogame giocato entro i limiti del buon senso. Se un adolescente passa la giornata a sparare ai mostri in grafica splatter ad alta risoluzione invece di uscire con gli amici, il problema non sta nel videogame, ma in tutto ciò che circonda l'adolescente. È troppo comodo usare il videogame come capro espiatorio, quando sono gli adulti stessi a fornire il modello di comportamento deteriore. Mostrare ai propri figli come fregare il prossimo in fila al supermercato, non fermarsi alle strisce pedonali, buttare la spazzatura per terra... queste sono le piccole, quotidiane lezioni di violenza che troppo spesso vengono offerte ed assimilate facilmente.
Chiunque usa un computer da almeno dieci anni (e ahimè, il sottoscritto lo usa da 20...) avrà ben chiaro questo concetto. Il problema non è il computer, non sono i videogiochi, non è internet. Il problema è la gente. E' la società. Il computer e la rete sono mezzi fantastici, che possono migliorare enormemente la vita di tutti. Ma è necessario conoscerli, non soltanto saperli usare. E' necessario capire che la rete è fatta da persone. Persone di ogni tipo e di ogni razza. Ci sono quelle buone e quelle poco buone. Come nella vita reale.
Allo stesso modo i videogiochi. Possono essere violenti quanto vogliamo, ma sono finzione. Dobbiamo capire che se un ragazzo viene influenzato dal videogioco, il problema non stà nel gioco, ma nell'ambiente in cui il ragazzo cresce. L'ambiente che non fornisce al ragazzo alcun punto di riferimento, alcun insegnamento concreto. Se il ragazzo crede che la vita sia come un videogioco beh... il problema è chi gli ha fatto credere questo, chi non gli ha spiegato la differenza tra la vita e un videogioco. E ve lo dice uno che ha giocato per anni a questi giochi violenti, per anni ha ammazzato e sparato qua e là nei videogiochi... ma nella vita reale non ha mai ammazzato nessuno, e non passa avanti a nessuno al supermercato ;-)

Chiudo qui, ringraziando ancora una volta Paolo Attivissimo per quello che ha fatto e che fa continuamente per la comunità "computerizzata". Davvero un esempio da seguire.

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