Ben fatto Bill! :-)
23 gennaio 2007
Windows Vista: provalo senza installarlo!
Ben fatto Bill! :-)
19 gennaio 2007
Ho provato l'iPhone
Ha provato di persona l'iPhone il giorno dopo in cui Steve Jobs l'ha presentato. Ha trascorso 45 minuti con il nuovo telefono di Apple, e queste sono le sue impressioni tradotte in italiano.
1. L'interfaccia touchscreen funziona egregiamente. Sia tecnicamente che a livello di design. Qualunque cosa vuoi fare (selezionare un album da ascoltare, fare una telefonata, comporre e spedire un mail...) il tuo primo istinto è quasi sempre quello giusto.
Questo è il telefono più semplice da usare di sempre.
E non ci sono attese, pause, animazioni da sorbirsi prima che l'applicazione scelta venga caricata. Il telefono riesce sempre a starti dietro, anche se stai cercando in un lungo elenco di album tramite la bella interfaccia 3D
Le cattive notizie: funziona solo con il tocco diretto delle dita. Non è possibile usare guanti o mettere qualcosa sullo schermo per proteggerlo. Anche se Apple dichiara di essere molto più resistente ai graffi dell'iPode.
"Se non hai una tasca piena di vetri rotti, sarà tranquillo là dentro" hanno detto a Andy.
2. La tastiera virtuale dell'iPhone è un grandissimo miglioramento di tutto quanto visto sinora. Sul Treo o su altri telefoni di simili dimensioni.
I bottoni sono più larghi, non è necessario premerli direttamente al centro, ed è sufficiente sfiorarli leggermente invece di premerli. Il software poi è abbastanza intelligente da correggere gli errori di battitura.
Dopo 30 secondi l'autore dell'articolo era già in grado di scrivere più velocemente con l'iPhone che con qualunque altro telefono provato precedentemente. Forse chi era abituato a digitare senza guardare la tastiera dovrà riadattarsi a questa nuova interfaccia, vista la mancanza di punti di riferimento tattili.
3. E' il display più bello che l'autore abbia mai visto su un telefono o su un PDA, sia in termini di colori che di dettagli. Anche il testo microscopico sul browser e leggibile.
4. Le applicazioni che erano funzionanti durante la prova sembravano "vere" applicazioni, non applicazioni per un telefono. Scrivere una mail o navigare il web dava la stessa impressione di farlo davanti ad un PC, non la classica impressione di "un qualcosa simile ma riadattato per un telefono".
5. Apple sarà molto rigida sullo sviluppo di software per il telefono.
L'autore ha chiesto direttamente se sarà possibile rilasciare software di terze parti per l'iPhone. La risposta è stata un secco "no".
Sempra però che alcune applicazioni appariranno, in futuro, nell'iTunes Store dopo aver passato un processo di certificazione in Apple.
L'autore ha notato che in questa versione del telefono (ancora in sviluppo) il browser era privo di alcuni plugin molto utili come Real e Macromedia. La risposta di Apple è che si, il telefono uscirà con tutti i plugin, ma questi plugin verranno scritti da Apple direttamente in casa. Strano, abbastanza strano.
6. L'iPhone utilizzerà OS X. Ma è un telefono, non un Macintosh. Quindi ne utilizzerà una versione ridotta, prendendo solo quello che serve.
7. L'iPhone è ancora in fase di sviluppo. Durante la prova l'autore dell'articolo si è ritrovato più di una volta a premere su delle immagini messe lì solo a rappresentare cosa ci sarà in futuro. E l'applicazione della fotocamera aveva un solo bottone funzionante.
Qualunque cosa venga detta adesso riguardo cosa l'iPhone NON farà è prematura. Il telefono non è ancora ultimato e uscirà tra sei mesi.
17 gennaio 2007
WiFi grautito anche in Italia, finalmente!
Riporto per intero qui di seguito l'articolo di Punto Informatico:
Anche nella nostra penisola è sbarcato il network wireless di Free-hotspot.com, che annuncia la creazione di una soluzione creata espressamente per il mercato italiano. Presupposto della nuova soluzione, come dichiara Free-hotspot.com, è l'intento di "rispondere in modo adeguato alla normativa riguardante il WiFi in Italia".
Secondo quanto prescritto dal decreto Pisanu, infatti, l'operatore che fornisce un servizio di connettività è tenuto ad identificare l'utente. Nel caso di utenti di hotspot gratuiti in locali pubblici, spiega l'azienda, "la procedura di registrazione degli utenti dell'hotspot gratuito era completamente a carico del proprietario del locale. Ciò rendeva la gestione dell'HotSpot complicata e, di conseguenza, non permetteva una rapida diffusione degli HotSpot gratuiti sul territorio nazionale".
Da qui nasce la soluzione di Free-hotspot.com, che prevede la distribuzione agli utenti di "scratch card" numerate in cambio di una fotocopia del documento d'identità, per consentire un accesso ad Internet controllato e gratuito. "Nel nostro Paese gli HotSpot gratuiti sono ancora abbastanza rari - dichiara Francesco Di Prima, fresco di nomina in qualità di HotSpot Market Development Director - e sono convinto che la soluzione sviluppata da free-hotspot.com, perfettamente adatta alle esigenze del mercato e della società italiana, avrà un grande successo".
Il problema dell'identificazione "onerosa" dell'utente viene in tal modo considerato superato, secondo Free-hotspot.com, per i 56 hot spot gratuiti presenti in Italia. La soluzione rende così più agevole l'accesso WiFi agli utenti dei locali pubblici, anche se - in virtù della vigente legislazione - non è paragonabile alla semplicità di fruizione degli hot spot presenti in altri Paesi, gratuitamente come in altre nazioni in cui è presente Free-hotspot.com o con un piccolo sovrapprezzo, come nella catena internazionale di caffetterie Starbucks. Dove però, segnalano in molti, molti locali pubblici sembrano perdere la propria natura e avviarsi alla trasformazione in piccoli ISP.
Per approfondimenti e spiegazioni vi consiglio di fare un giro su Free-hotspot.com dove troverete sicuramente risposta a tutte le vostre domande.
12 gennaio 2007
Londra: la fantascienza è arrivata
Non discuto il mezzo (le telecamere)...ma il modo utilizzato per farle "digerire" ai cittadini. Questo si. E' sbagliato secondo me, molto sbagliato. Sembra una campagna fatta per incutere timore nella gente, non per tranquillizzarla.
Piccola correzione:
Il manifesto riportato qui in foto è reale, ed è effettivamente apparso a Londra. Ma non in questi giorni, bensì nel Dicembre 2002, come riportato in questa pagina. Mi scuso per l'errore, ma la notizia era riportata su un blog tra i tanti che seguo come se fosse notizia di oggi. Il senso del discorso comunque non cambia. Il manifesto è vero e la campagna pubblicitaria era veramente promossa dall'azienda di trasporti londinesi.
10 gennaio 2007
Il mondo visto da Paolo Attivissimo
Oggi ho letto l'intervista da lui rilasciata su Pc-Facile e l'ho trovata, come spesso succede quando si tratta di Paolo Attivissimo, chiara, precisa e...illuminante.
Riporto qui alcuni brevi passaggi, secondo me interessanti non solo per i computer-dipendenti tipo il sottoscritto, ma anche e soprattutto per le persone che vogliono capire qualcosa di più dello "spirito" dell'informatica.
Riguardo le case discografiche e cinematografiche:
...l’industria discocinematografica, che si illude ancora di poter controllare ogni cosa che ascoltiamo, guardiamo e leggiamo e ha l'arroganza di credere di averne il diritto. Prima si sveglierà, e prima ricomincerà a guadagnare, invece di sperperare denaro in sistemi anticopia fallimentari (Sony XCP, giusto per non fare nomi) e processi-farsa contro i propri clienti. Questa è la stessa gente che diceva che il videoregistratore avrebbe ucciso il cinema, e sappiamo tutti com'è andata in realtà...Ditemi voi se non ha ragione al 100%. Ogni volta che discuto con la gente riguardo lo "scaricare" da internet, viene sempre fuori "l'artista" di turno che comincia ad urlare che lui la musica la paga tutta e la compra sempre, che i "programmini per scaricare" andrebbero proibiti e cose simili. E' la filosofia che deve cambiare o, per dirla con paroloni, il modello di business applicato dalle case discografiche e cinematografiche dev'essere diverso. Non ha senso cercare di bloccare l'innovazione, la tecnologia. Bisogna che questi signori si rendano conto che hanno bisogno di cercare altri modi per far soldi, perchè quelli tradizionali sono destinati a diminuire, ad essere sovrastati dalla rete e dai mezzi di condivisione ad essa collegati. Non dico che sia giusto scaricare, questo no. Ma di sicuro la soluzione non è proibire di farlo, la soluzione è cercare di offrire alla gente un motivo per smettere di scaricare. Un valido motivo.
Sui rischi di internet per gli adolescenti. E qui davvero viene fuori un capitolo che dovrebbe venire insegnato a tutti i genitori di oggi. Non taglio nulla della sua risposta, riporto qua il contenuto per intero perchè davvero lo trovo eccezionale:
Ho due gemelle di nove anni, per cui il problema mi si pone con forza, e oltretutto è un tema che mi capita spesso di sentirmi chiedere durante le conferenze. In tutta franchezza: chi pensa che basti insegnare ai ragazzini come funzionano il computer e Internet è un genitore negligente tanto quanto un genitore che insegna al figlio o alla figlia come s'infila un preservativo e pensa così di aver finito l'educazione sessuale. Ai figli occorre anche spiegare come funziona la gente: quali rischi possono incontrare in Rete, dalle molestie alle truffe alle immagini raccapriccianti. Devono sapere che là fuori c'è tanta gente brava, altruista, appassionata, ma anche che fra quella gente c’è, esattamente come nella vita reale, una minoranza pericolosa. Devono sapere che le armi per difendersi non sono tecniche, ma psicologiche: a differenza della vita reale, la chattata col molestatore può essere interrotta facilmente e in modo permanente, standosene al sicuro in casa propria.Chiunque usa un computer da almeno dieci anni (e ahimè, il sottoscritto lo usa da 20...) avrà ben chiaro questo concetto. Il problema non è il computer, non sono i videogiochi, non è internet. Il problema è la gente. E' la società. Il computer e la rete sono mezzi fantastici, che possono migliorare enormemente la vita di tutti. Ma è necessario conoscerli, non soltanto saperli usare. E' necessario capire che la rete è fatta da persone. Persone di ogni tipo e di ogni razza. Ci sono quelle buone e quelle poco buone. Come nella vita reale.
Molti genitori si preoccupano anche del rischio pornografia. A costo di essere provocatorio, la pornografia è l'ultimo dei pericoli della Rete: si previene semplicemente con un po' di franchezza, facendo capire che quello che viene mostrato è finzione (sì, anche la pornografia hardcore), esagerazione, fantasia, non una realtà da raggiungere obbligatoriamente. Curve, lunghezze, dimensioni e comportamenti sono volutamente estremizzati per provocare, esattamente come i muscoli di Schwarzenegger non rappresentano la forma fisica normale delle persone. Assodato che è impossibile bloccare la pornografia, è meglio "vaccinare" i figli in modo che siano pronti a gestirla quando (non se, ma quando) se la troveranno di fronte.
Trovo molto più pericolosa la violenza. Violenza che non arriva soltanto dai giochi, ma ben più crudamente da siti che inneggiano all'odio (dalla tifoseria al razzismo all'ideologia) e da telegiornali urlati che mostrano e descrivono quotidianamente i dettagli più raccapriccianti senza ritegno. Questo bombardamento produce desensibilizzazione e rischia di glorificare la violenza molto più di qualsiasi videogame giocato entro i limiti del buon senso. Se un adolescente passa la giornata a sparare ai mostri in grafica splatter ad alta risoluzione invece di uscire con gli amici, il problema non sta nel videogame, ma in tutto ciò che circonda l'adolescente. È troppo comodo usare il videogame come capro espiatorio, quando sono gli adulti stessi a fornire il modello di comportamento deteriore. Mostrare ai propri figli come fregare il prossimo in fila al supermercato, non fermarsi alle strisce pedonali, buttare la spazzatura per terra... queste sono le piccole, quotidiane lezioni di violenza che troppo spesso vengono offerte ed assimilate facilmente.
Allo stesso modo i videogiochi. Possono essere violenti quanto vogliamo, ma sono finzione. Dobbiamo capire che se un ragazzo viene influenzato dal videogioco, il problema non stà nel gioco, ma nell'ambiente in cui il ragazzo cresce. L'ambiente che non fornisce al ragazzo alcun punto di riferimento, alcun insegnamento concreto. Se il ragazzo crede che la vita sia come un videogioco beh... il problema è chi gli ha fatto credere questo, chi non gli ha spiegato la differenza tra la vita e un videogioco. E ve lo dice uno che ha giocato per anni a questi giochi violenti, per anni ha ammazzato e sparato qua e là nei videogiochi... ma nella vita reale non ha mai ammazzato nessuno, e non passa avanti a nessuno al supermercato ;-)
Chiudo qui, ringraziando ancora una volta Paolo Attivissimo per quello che ha fatto e che fa continuamente per la comunità "computerizzata". Davvero un esempio da seguire.
04 gennaio 2007
Mozilla registra entrate per 53 milioni di dollari!
Nel 2004 il gruppo aveva incassato circa 6 milioni di dollari e circa 2 milioni nel 2003. Le cifre evidenziano chiaramente l'importanza raggiunta soprattutto dal browser negli ultimi anni.
Gran parte delle entrate derivano dagli introiti promozionali forniti da Google. Ogni volta infatti che un utente compie una ricerca sul motore della grande G utilizzando la barra di ricerca di Firefox, egli contribuisce anche al finanziamento della volpe rossa.
...e tutto questo senza far pagare un centesimo agli utenti che usano Firefox o Thunderbird! Meraviglioso!