13 marzo 2007

I magistrati e il gossip

Il caso Corona ha sicuramente portato alla luce lo squallore del mondo dello spettacolo (sempre che ci fosse bisogno di conferme) e, in questo senso, puo' forse essere positivo. Positivo nel senso che, forse, puo' contribuire a cambiare le cose (anche se lo ritengo impossibile).

Quello che non mi va giù e che non riesco ad accettare è che i magistrati si mettano a fare gossip.

I magistrati si occupano di reati. Devono occuparsi di reati.

Non ha alcun senso che negli ordini di custodia cautelare notificati in questi giorni siano presenti frasi che nulla hanno a che vedere con la giustizia!

Due esempi? Eccoli qua:

  • "ha dichiarato di fare uso di cocaina". L'uso di cocaina NON E' REATO

  • "richiedeva all'agenzia la possibilità di trascorrere una notte con una delle ragazze". Visto che il reato di sfruttamento della prostituzione NON è stato contestato, mi pare ovvio che lo scambio di denaro avvenisse direttamente tra le ragazze e questi personaggi. Questo NON E' REATO.
Siamo sempre lì con il discorso. La magistratura in Italia si erge a organo purificatore, educatore o, semplicemente, distruttore di persone. Lo ha fatto spesso in passato, soprattutto verso alcuni esponenti politici, e continua a farlo oggi. Cosa si spera di ottenere nell'inserire i nomi di quegli imprenditori che hanno chiesto di passare la notte con quelle regazze nelle indagini? Cosa si spera di ottenere aggiungendo che l'interrogato ha "dichiarato di fare uso di cocaina"? Cosa c'entra con questa indagine? Cosa c'entra con la giustizia?

Nulla.

Ma la magistratura punisce, regola, condanna... sempre più spesso al di fuori delle aule giudiziarie. In Italia. Solo in Italia.

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