23 febbraio 2007

Telefonare GRATIS: perchè Skype costa troppo!


Da quando è venuta alla ribalta la telefonia VoIP, che consente di usare il collegamento ad internet per effettuare telefonate a basso costo, si è subito fatto un gran parlare di Skype.

Skype è sicuramente il servizio di telefonia VoIP più famoso al mondo, e probabilmente il più usato tra le aziende.

Ma Skype non è il servizio più conveniente di telefonia via internet.

Esistono un sacco di altri servizi che, sebbene siano meno pubblicizzati perchè hanno meno disponibilità economiche, sono sicuramente molto, molto più convenienti.

Quello che stiamo utilizzando io e mia moglie da quasi sei mesi è InternetCalls. Cosa ha
di speciale?

Semplice. Vi registrate al servizio (come Skype), scaricate il programma (come Skype), caricate un po' di credito (minimo 10 Euro, come Skype) e, per 120 giorni, potete parlare GRATIS con i seguenti paesi:


  • Italia


  • Argentina


  • Australia


  • Austria


  • Belgio


  • Canada


  • Danimarca


  • Francia


  • Germania


  • Gibilterra


  • Hong Kong (anche ai cellulari)


  • Irlanda


  • Lussemburgo


  • Malaysia


  • Olada


  • Nuova Zelanda


  • Norvegia


  • Polonia


  • Porto Rico (anche ai cellulari)


  • Russia


  • Singapore


  • Corea Del Sud


  • Spagna


  • Svezia


  • Svizzera


  • Taiwan


  • Gran Bretagna


  • Stati Uniti D'America (anche ai cellulari)


  • Una volta finiti i 120 giorni, verranno applicate le normali tariffe che, udite, sono più basse di quelle di Skype e non comprendono lo scatto alla risposta (che Skype ha introdotto da poco).
    Utilizzandolo ormai da un bel po' di tempo, posso tranquillamente affermare che il sistema funziona. La qualità delle telefonate è solo leggermente inferiore ma credo che la differenza di costo possa giustificare qualche piccolo problema!

    08 febbraio 2007

    Canone RAI: come difendersi

    Oggi Punto Informatico ha pubblicato un vademecum di ADUC che elenca i metodi (a volte non del tutto leciti) che i funzionari RAI utilizzano per obbligare i cittadini al pagamento del canone. E' una lettura molto istruttiva, che consiglio a tutti.

    I. Visita a domicilio di un funzionario RAI
    Questi chiede di entrare in casa per controllare se esistono apparecchi televisivi. Alla fine della visita consegna un cedolino per il pagamento del canone/tassa e chiede una firma per ricevuta. Ma attenzione: quella firma non è per ricevuta del cedolino, ma una vera e propria dichiarazione in cui si ammette di avere una Tv.
    Sulla base di questa firma, la RAI intimerà il pagamento del canone, con minaccia di pignoramenti, fermi amministrativi, ecc.

    Come difendersi
    1. il funzionario RAI non ha alcun diritto di entrare in casa di un privato cittadino. Lo possono fare solo le forze dell'ordine su mandato dell'autorità giudiziaria. Pertanto, si potrà invitare il funzionario RAI ad andarsene. Se insistesse, chiamare il 113.

    2. Non firmare MAI tutto cio' che è offerto da un funzionario RAI. Ritirare eventualmente il cedolino, qualora il funzionario insistesse, e farne l'uso che si crede (segnalibro, carta da riciclare, ecc.).

    3. Per i cittadini più indignati. Se possibile, invitare un testimone ad assistere alla conversazione con il funzionario. Quando e se chiederà la firma "per ricevuta" del cedolino (nascondendo il fatto che in realtà vi spinge con l'inganno a firmare un'autodichiarazione di colpevolezza), fare un esposto alla Procura della Repubblica (il testimone potrà corroborare questa versione dei fatti).

    II. Invio annuale del cedolino per il pagamento del canone/tassa
    Per posta, con tanto di lettera intimidatoria, nonostante si sia già inviata in passato una lettera raccomandata (o una diffida) in cui si è dichiarato di non avere la tv. Se ogni anno non si risponde per raccomandata, cominciano ad arrivare lettere della RAI sempre più intimidatorie, come la minaccia di un fermo amministrativo dell'auto se non si paga il canone entro 20 giorni.

    Come difendersi
    1. Inviare alla RAI la diffida "Non ho la tv e non vi pago"

    2. Ogni successiva missiva della RAI, se consegnata per posta ordinaria, puo' essere ignorata.

    3. Se vi fosse recapitata una ulteriore richiesta di pagamento del canone/tassa per raccomandata, rispondere subito con una diffida come sopra. In questa sede, formulare anche una richiesta di risarcimento del danno (costi della raccomandata, perdite di tempo, ecc.).

    III. La RAI contrattacca
    Dopo aver risposto per lettera raccomandata o con una diffida alle richieste di pagamento del canone/tassa, la RAI contrattacca facendo richiesta di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con cui si dovrebbe dichiarare di "non essere in possesso di alcun apparecchio atto od adattabile alla ricezione di programmi televisivi, compresi personal computer, decoder digitali ed altri apparati multimediali".

    Come difendersi
    1. Prima di tutto, non è necessaria alcuna dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Basta una lettera raccomandata in cui si dichiara di non avere la tv. Quello della RAI è solo un tentativo di sfiancare il cittadino e costringerlo a pagare per stanchezza.

    2. Contrariamente a cio' che dice la RAI, il canone/tassa lo si deve pagare solo per il possesso della televisione o di un computer con scheda Tv (ovvero, dove vi sia una scheda che permette l'allaccio diretto dell'antenna tv al computer). Ignorare pertanto la richiesta per il possesso di un computer solo perchè connesso ad internet, di un videofonino, et similia.

    3. Se la lettera della RAI è stata recapitata per posta ordinaria, si puo' ignorarla.

    4. Se la richiesta dell'atto di notorietà giungesse per raccomandata, rispondere con una diffida.

    07 febbraio 2007

    La benzina no, la brioche si

    Quando si dice l'ipocrisia.
    Questa mattina su RTL102.5 ascoltavo, come sempre, Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi. La loro trasmissione mattutina è spesso spunto di riflessioni, discussioni...insomma, una palestra per la mente.
    Ed è venuto fuori il discorso sullo sciopero dei benzinai.

    Bene, il fatto è che, tra i benzinai che hanno scioperato, moltissimi hanno chiuso le pompe di benzina ma tenuti aperti i servizi accessori (i Bar all'interno delle stazioni). Ora, direte voi, che c'è di male? Niente, assolutamente niente. Se non fosse che quei Bar sono lì dentro grazie alle liberalizzazioni iniziate nel 2000 dal governo D'Alema e portate avanti dal governo Berlusconi. Quei Bar, che lo si voglia o no, fanno concorrenza ai Bar "normali", portano via qualche cliente, contribuiscono magari ad abbassare i prezzi. Gli stessi identici motivi che spingono il governo alla liberalizzazione delle pompe di benzina contro la quale i signori benzinai scioperano oggi.

    Ora, come la chiamate questa voi? Per me è ipocrisia della peggior specie.

    Non approvo questo sciopero perchè lo ritengo pretestuoso, senza basi comprensibili. Si vogliono proteggere gli interessi economici di pochi (i benzinai) a scapito di quelli di molti (gli automobilisti). Questo, secondo me, non è un motivo valido per scioperare. La concorrenza è l'anima del commercio. Capisco che possa spaventare perdere una posizione sicura e tranquilla. Capisco che possa spaventare doversi rimboccare le maniche per inventarsi un modo di rendere il proprio servizio migliore di quello offerto in futuro dalla grande distribuzione. Lo capisco.

    Ma allora perchè sfruttare la liberalizzazione dei Bar a proprio vantaggio?

    Perchè? Se le liberalizzazioni sono sbagliate, non si dovrebbe evitare di sfruttarle?

    Ipocriti. Solo ipocriti.


    03 febbraio 2007

    Follia nel calcio...e il governo aspetta lunedì?!?!


    Assurdo, totalmente assurdo. Dopo quanto è successo a Catania questa sera il calcio si ferma, come è giusto che sia. Il commissario straordinario della FIGC Luca Pancalli, giustamente, sospende tutti i campionati, dice che li sospende finchè non verranno prese misure drastiche. Dice che è assurdo morire a 38 anni.
    Concordo in pieno. E' una tragedia che deve far prendere delle decisioni forti. Subito.

    Bene. Bravi.

    Ma oggi è Venerdì. Urgente o non urgente, tragedia o non tragedia, i politici nel weekend non lavorano. Per nessun motivo. E allora ecco cosa dice Luca Pancalli:
    Non è sufficiente una giornata e per questo lunedì ci ritroveremo per un tavolo di emergenza con Prodi i ministri Melandri e Amato
    Si, avete letto bene. Nemmeno in un caso come questo i politici lavorano nel weekend. Nemmeno quando muore un poliziotto per colpa di una partita di calcio. Nemmeno quando gridano tutti allo scandalo, alla tragedia, alle soluzioni drastiche.

    Il weekend è sacro. Sempre. Ma solo per loro. Solo per loro. A noi tocca spesso e volentieri lavorare nel weekend... e lo facciamo... perchè quando ci sono delle cose urgenti, si lavora anche nel weekend.

    Noi persone normali.

    I politici no.

    Che schifo
     
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